
Come riferimento si prende la dieta mediterranea “frugale” praticata in Grecia a metà dello scorso secolo dove era prevista l’assunzione di 2.500 chilocalorie giornaliere che si dividono in: 230 grammi di cereali integrali, 500 di frutta e verdura, 250 di latticini, 14 di carni (bovine o suine o ovine), 29 di pollo, 13 di uova, 28 di pesce, 75 di legumi, 50 di noci, 31 di zuccheri (aggiunti e non). Come condimento, si usavano oli vegetali, extravergine di oliva o colza.
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Oltre a ridurre gli sprechi, sono stati individuati gli obiettivi per limitare l’utilizzo di terra, acqua e nutrienti per la produzione agricola sostenibile. Risultati che si possono raggiungere coinvolgendo governi, industrie e società sul tema dell’educazione e dell’informazione, oltre all’etichettatura, le tasse sul cibo e il sostegno economico alla produzione di alimenti sani.