La pazienza e la tolleranza …
La pazienza e la tolleranza non vanno considerate un segno di debolezza e di rinuncia, ma…..
Leggi TuttoLa pazienza e la tolleranza non vanno considerate un segno di debolezza e di rinuncia, ma…..
Leggi TuttoTutta la nostra vita si basa sulla scelta. Scegliamo in continuazione, a diversi livelli. Scegliamo tra bianco e nero, tra un fiore e un altro,
tra ciò che ci piace e ciò che non ci piace, tra idee e credenze,
accettandone alcune e rifiutandone altre.
Un giorno, un pensatore indiano fece la seguente domanda ai suoi discepoli:
“Perché le persone gridano quando sono arrabbiate?” “Gridano perché perdono la calma” rispose uno di loro. “Ma perché gridare se la persona sta al suo lato?” disse nuovamente il pensatore. “Bene, gridiamo perché desideriamo che l’altra persona ci ascolti” replicò un altro discepolo.
Leggi TuttoOgni volta che si rinuncia a qualcosa, si rimane legati per sempre all’oggetto della rinuncia. Quando si combatte qualcosa, le si è legati per sempre. Finché la si combatte, le si dà potere. Le si dà un potere pari a quello impiegato per combatterla.
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Non c’è fuoco come la passione,
non c’è malattia come l’odio,
non c’è dolore come l’esistere nella separazione,
non c’è gioia come la pace.
(Dhammapada 202)
Fin quando dai la caccia alla felicità,
non sei maturo per essere felice,
anche se quello che più ami è già tuo.
Fin quando ti lamenti del perduto
ed hai solo mete e nessuna quiete,
non conosci ancora cos’è pace.
Solo quando rinunci ad ogni desiderio
e non conosci né meta
La morte non è nulla. Non conta.
Io me ne sono solo andato nella stanza accanto.
Non è successo nulla.
Tutto resta esattamente come era.
Io sono io e tu sei tu e la vita passata che abbiamo vissuto così bene insieme
è immutata, intatta.
Siamo così occupati che troviamo a fatica
il tempo di guardare le persone che amiamo,
anche quando siamo a casa, e di guardare noi stessi.
Si crede comunemente che la meditazione sia un modo per allontanare le pressioni del mondo
Leggi TuttoTrascorriamo parecchio tempo cercando la felicità quando il mondo intorno a noi trabocca di meraviglie.
Essere vivi e camminare sulla terra è un miracolo, eppure………..
Anche il Festival di Sanremo può offrire messaggi di profonda saggezza che scavalcano la coltre del mero apparire. “Abbi cura di me” la canzone di Simone Cristicchi è una preghiera che ci induce a riflettere sulla fragilità della condizione umana, sul costante bisogno di Amore e sulla capacità di cercare aiuto nell’altro.
Leggi TuttoC’è un archetipo che mi sta particolarmente a cuore, ma che è anche il più difficile da integrare nella nostra vita: il Distruttore. Quando meno ce lo aspettiamo arriva con la sua onda anomala e travolge la nostra vita e i nostri equilibri. E qualche giorno fa le onde anomale sono arrivate non solo in senso metaforico.
Il Distruttore è l’archetipo che ci insegna l’impermanenza.
La trasformazione del mondo avviene con la trasformazione di noi stessi. Noi siamo il risultato di quel grande processo che è costituito dall’esistenza umana, di cui facciamo parte. Per trasformare noi stessi è fondamentale la conoscenza di sé.
Krishnamurti è stato definito dal Dalai Lama “uno dei più grandi pensatori della nostra epoca”. Il libro della vita contiene 365 meditazioni quotidiane su argomenti come la libertà, la trasformazione dell’essere umano, il vivere la vita in piena consapevolezza. Molti di questi erano temi ricorrenti negli insegnamenti di Krishnamurti, la cui visione della condizione umana abbracciava ogni aspetto dell’esistenza e rivelava una profonda comprensione.
La meditazione non è separata dalla vita.
Mentre guidate la vostra automobile o siete seduti in autobus,
mentre state chiacchierando senza fine o quando passeggiate da soli
in un bosco e osservate una farfalla delicatamente trasportata dal vento,
essere consapevoli di tutto questo, senza considerare una cosa più importante
di un’altra, fa
Manos Lukakis è un poeta greco settantanovenne.
Leggi TuttoTutti abbiamo un copione, anche se non ne siamo consapevoli. Ma c’è di più: lo difendiamo a spada tratta. Che cos’è esattamente questo copione? È la storia che ci siamo raccontati su di noi e che continuiamo a recitare giorno dopo giorno.
Per riconoscere il nostro copione può essere utile mettere in relazione i nostri due aspetti agli ‘antipodi’. Prendere cioè quello che più apprezziamo di noi e quello che più disprezziamo e costruire la trama del copione. Vediamo qualche esempio.
La gratitudine è come la luce di una
torcia in una foresta buia:
ciò che conta non è l’ oscurità tutto intorno,
ma il prossimo passo davanti a te.
(Deepak Chopra )
“Non si può cercare la saggezza, darle la caccia come fosse un oggetto. Si può soltanto prepararle una dimora.”
Questo è quel che facciamo praticando, facciamo del nostro corpo e della nostra mente dimora per la saggezza che arriverà inattesa sorprendendoci nella laboriosa opera di costruzione della sua dimora.
Tre persone erano al lavoro in un cantiere edile.
Avevano il medesimo compito, ma quando fu loro chiesto
quale fosse il loro lavoro, le risposte furono diverse.
“Spacco pietre” rispose il primo.
“Mi guadagno da vivere” rispose il secondo.
“Partecipo alla costruzione di una cattedrale” disse il terzo.” (Peter Schultz)
Ogni sera con il cane esco, svolto l’angolo e cammino cinque minuti lungo un gran viale alberato.
Costeggiamo due aiuole, passiamo un semaforo, poi traversiamo, sempre allo stesso angolo.
Una piccola anonima via, nessuno in giro. Mi fermo davanti a un portone illuminato.
È uguale, ancora. Scorro i nomi sul citofono, come se potessi
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