C’è un archetipo che mi sta particolarmente a cuore, ma che è anche il più difficile da integrare nella nostra vita: il Distruttore. Quando meno ce lo aspettiamo arriva con la sua onda anomala e travolge la nostra vita e i nostri equilibri. E qualche giorno fa le onde anomale sono arrivate non solo in senso metaforico.
Il Distruttore è l’archetipo che ci insegna l’impermanenza. Anche se passiamo la vita a costruirci certezze – un lavoro affidabile, una famiglia che amiamo, una posizione economica stabile ecc. – sappiamo che nulla è sicuro e imperituro. Qualsiasi cosa può esserci tolta in qualsiasi momento e noi ci ritroviamo in un batter d’occhio di fronte alla nostra fragilità.
L’impermanenza fa inevitabilmente parte della natura umana, così come ne fa parte l’impotenza che sperimentiamo nel cercare di difendere ciò che abbiamo di più caro. Quando il Distruttore si manifesta nella nostra vita, andiamo incontro alla perdita. Che si tratti della morte di una persona cara, della perdita del lavoro o di un amore, l’arrivo del Distruttore comporta sempre la rottura degli equilibri esistenti.
Ogni cambiamento costituisce una piccola morte. Più volte nella nostra esistenza ci troviamo a dover lasciare qualcosa, che per noi era diventato un riferimento. E ci troviamo a guardare verso un futuro che, nel momento del cambiamento, ci appare incerto e minaccioso. Soprattutto se si tratta di un cambiamento che definiamo ‘negativo’.
Cambiare gli equilibri per mantenere l’equilibrio
Il Distruttore non è un incidente della sorte ma una tappa iniziatica: molto dura ma necessaria. Quando passa nella nostra vita ci impone di cambiare gli equilibri esistenti, per ritrovarne di nuovi. Questo significa uscire forzatamente dalla nostra zona di comfort verso spazi ignoti. Perché nella vita per rimanere in equilibrio dobbiamo costantemente cambiare gli equilibri.
Anche se porta con sé molta sofferenza, il Distruttore non è mai una punizione. Dobbiamo cercare di affrancarci dai concetti di fortuna o sfortuna, giustizia e ingiustizia, benedizione o disgrazia, ed evitare altri luoghi comuni che non fanno che aumentare il nostro senso di impotenza. Astenerci dal giudizio è particolarmente utile in queste situazioni. La vita, più avanti, ci mostrerà il suo disegno, e forse allora potremo coglierne la perfezione.
Il Distruttore ci insegna a lasciare andare. Non solo: dobbiamo imparare a lasciare andare in modo costruttivo, guardando avanti con fiducia, senza rimanere aggrappati al passato. Anche se nel momento in cui tutto sembra crollare non possiamo vedere nulla di buono all’orizzonte, è possibile che si aprano poi nuovi scenari più interessanti dei precedenti.
Il Distruttore sa che non c’è nulla che si possa veramente distruggere, solo rinnovare, ma che senza distruzione non ci può essere rinnovamento alcuno. Rimanere costruttivi e fiduciosi davanti al cambiamento, qualunque esso sia, è il solo modo che abbiamo per limitare il dolore. E per riconoscere le nuove opportunità che si presenteranno.
Da Convinzioni
La Redazione