Articolo: Il piercing dilaga, se lo fa un giovane su tre

Il 76% degli adolescenti e il 33% degli studenti più grandi si rivolge a operatori non autorizzati. Rischi per la salute. Corriere della Sera.it, ottobre 2010

Piercing e tattoo sono sempre più diffusi tra i giovani. Tra gli adolescenti il 31,3% ha un piercing e l’11,3% un tatuaggio, mentre tra gli universitari i valori sono più alti, con il 33% che ha un buco e il 24,5% un tatuaggio. Lo rileva uno studio dell’università Parthenope di Napoli, presentato al congresso della Società italiana di igiene a Venezia, condotto su un campione di 9.322 studenti adolescenti e universitari.

Il piercing è più frequente tra le ragazze e l’età in cui si decide di lasciare un segno indelebile sulla propria pelle è abbastanza precoce: 13 anni per il piercing e 15 per il tatuaggio negli adolescenti. La motivazione più frequente tra i ragazzini (25,7%) è «sono di moda», mentre per i più grandi è «non so» (22,4%).

Preoccupante il dato della sicurezza. Anche se il 79,4% degli adolescenti e l’87,2% degli universitari dice di essere consapevole dei rischi infettivi, si tratta di conoscenze lacunose, visto che solo il 3,5% dei giovanissimi e il 15% degli studenti più grandi è in grado di individuare le infezioni virali trasmissibili con queste pratiche.

Per quanto riguarda i rischi non infettivi, solo il 2,2% dei giovanissimi e il 3,4% degli universitari prende in considerazione allergie, cicatrici e cisti. Ma il dato più preoccupante è che il 76% degli adolescenti e il 33% degli studenti più grandi si è rivolto a operatori non autorizzati.

Il che si riflette anche sui rischi cui vanno incontro i più giovani, visto che solo il 6,9% ha firmato un consenso scritto, e solo il 27,9% ha riferito che sono stati impiegati strumenti sterili e aghi monouso, contro il 70,3% degli universitari.

«È proprio non andando da tatuatori abusivi che si evitano i rischi per la salute – spiega Gaetano Fara, professore di Igiene alla Sapienza di Roma -. Sono da evitare i tatuaggi enormi, perché fanno aumentare il rischio di infezioni, e il piercing a capezzoli, naso e grandi labbra, perché possono essere strappati involontariamente e provocare fistole, oltre ad Aids ed epatite nei casi peggiori.

Purtroppo i tatuatori illegali sono tanti, almeno il 50%. Spesso sono persone che lavorano sulla sabbia o per terra, in modo improvvisato e non in grado di fare un buon servizio». (Fonte: Ansa)

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