Articolo: Quelle staminali dell’anima che ci aiutano a cambiare

L’opinione di Francesco Alberoni, Corriere della Sera.it, gennaio 2010. Ogni nuova fase è una rinascita, un ricominciamento. Qualche volta il rinnovamento

Oggi sappiamo che ciascuno di noi porta in sé le staminali, cellule indifferenziate e totipotenti che possono diventare qualsiasi tessuto e qualsiasi organo. Ma sul piano psichico, mentale, l’uomo ha addirittura la capacità di rivoluzionarsi, di rinascere, quasi di generare un nuovo sé stesso. Le forze che ci consentono questo rinnovamento possono essere considerate le staminali dell’anima. Alcuni ne fanno poco uso, altri è come se rinascessero un’altra volta.

Il rinnovamento creativo non è mai solo intellettuale, coinvolge la persona nel suo complesso, è sempre anche un uragano di emozioni, di passioni. Noi possiamo cambiare città, fare un nuovo lavoro senza essere toccati interiormente, rivoluzionati interiormente. Ci adattiamo all’ambiente e possiamo anche fare delle cose pregevoli. Ma è completamene diverso quando il mutamento viene dal nostro interno.

Allora è come se emergesse e prendesse la parola un nuovo noi stesso, uscito dalle staminali dell’anima. Michelangelo non voleva dipingere la Cappella Sistina. Lo faceva per obbligo, senza convinzione e il risultato era mediocre. Poi un giorno ha intuito che poteva rappresentarvi la storia dell’umanità dalla creazione alla fine: è stato come il big bang, un flusso di energia creativa da cui è sorto un nuovo mondo. Tutti i grandi artisti hanno delle fasi, dei periodi come in Picasso il periodo blu, il periodo rosa, il periodo africano, il cubismo etc…

Ogni nuova fase è una rinascita, un ricominciamento. Qualche volta il rinnovamento è così grande, come nell’innamoramento o nella conversione religiosa, che il personaggio sembra diventato veramente diverso e più giovane non solo per la freschezza intellettuale ed emotiva, ma perfino nell’aspetto e nella gestualità. Alcuni autori, pensiamo a Lawrence e a Nabokov, hanno scritto le loro opere più innovative, e più rivoluzionarie («L’amante di Lady Chatterley» e «Lolita»), da adulti, lasciando sconcertati i loro amici e famigliari.

Ma non sono solo i grandi artisti a rinnovarsi. Tutti noi conosciamo persone che, dopo aver lavorato a lungo come impiegati o come insegnanti, ad un certo punto della loro vita hanno rotto la routine e liberato nuove potenzialità. C’è chi ha creato un ristorante, chi un negozio, chi una impresa, c’è chi ha scritto libri di favole o inventato giocattoli, bellissime bambole. Alcuni hanno scoperto tardi la loro vocazione letteraria e sono diventati dei famosi giallisti. Emanuele Kant era avanti negli anni quando ha addirittura rivoluzionato la filosofia.

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