Articolo: Se sostituisci la bistecca il cuore ringrazia

Nuove strategie per tenere lontane le malattie cardiovascolari. Misurato il vantaggio delle migliori alternative alla carne rossa. Carla Favaro, Corriere della Sera.it, settembre 2010


Scegliere fonti proteiche diverse dalla carne rossa potrebbe avere un ruolo importante per la salute del cuore. A suggerirlo è un recente studio pubblicato da Circulation, condotto su più di 84 mila infermiere, seguite per 26 anni dai ricercatori della Harvard School of Public Health di Boston (USA) nell’ambito del Nurses’ Health Study.

Le donne che consumavano abitualmente più carne rossa (fresca, o lavorata come salumi e insaccati) presentavano un più elevato rischio di malattia coronarica. In particolare, coloro che mangiavano più di due porzioni di carne rossa al giorno (una porzione equivale, per esempio, a un hamburger da 90 grammi), presentavano un rischio di circa il 30% superiore rispetto a coloro che ne mangiavano meno di mezza porzione.

Rimpiazzando una porzione di carne rossa al giorno con una di frutta secca a guscio (pari a 6-7 noci o 20-25 mandorle), il rischio di malattia coronarica diminuiva del 30%, mentre diminuiva del 24% quando la sostituzione avveniva con una porzione di pesce, del 19% con una porzione di pollame e del 13% con una porzione di prodotti lattiero caseari a basso contenuto di grassi (come il latte e lo yogurt scremati, i fiocchi di formaggio magro, o la ricotta magra).

Ma che cosa potrebbe spiegare questa associazione tra carne rossa e malattia delle coronarie? Una delle ipotesi formulate dai ricercatori riguarda l’elevato contenuto di ferro “eme” (la forma molecolare che viene assorbita più facilmente) della carne rossa, che già in altri studi è risultato associato con il rischio di malattia coronarica, ma potrebbero essere coinvolti anche altri fattori, quali l’elevata quantità di sodio presente nelle carni lavorate, o l’alta quantità di grassi saturi e di colesterolo presente in alcuni tipi di carne.

Aggiunge Domenico Sommariva, vicepresidente della Sezione lombarda della Società Italiana per lo Studio dell’Arteriosclerosi: «Anche il tipo di proteine potrebbe avere un ruolo. Si sa, per esempio, che quelle di origine animale tendono ad innalzare il colesterolo nel sangue, mentre quelle vegetali lo abbassano e si sa anche che un’alimentazione vegetariana è associata ad un rischio più basso di malattie di cuore.

Tuttavia, questo spiegherebbe la differenza di rischio tra carne rossa e alimenti vegetali, ma non quella tra le carni rosse e bianche o tra carni rosse e pesce. In ogni caso, quello che importa è la conferma dell’utilità del modello alimentare mediterraneo: poca carne e più pesce, con maggiore enfasi alle fonti proteiche vegetali, come i cereali, i legumi e la frutta secca a guscio».

«A questo proposito, — prosegue Sommariva — è ormai accertato che la frutta secca a guscio possa avere un ruolo positivo per la salute, per quella del cuore in particolare. Ma attenzione, perché noci, nocciole, mandorle, pinoli contengono molti grassi e perciò sono molto caloriche (da 600 a 690 kcal. per etto) e quindi, come viene suggerito anche in questo studio, devono essere prese al posto degli altri alimenti e non in aggiunta a tutto il resto».

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