Classe 1964, Gianluca Vialli non ha bisogno di presentazioni: tra i migliori centravanti degli anni 80 e 90 del XX secolo oggi è dirigente sportivo. Negli ultimi Europei che hanno visto trionfare la Nazionale Italiana di Calcio lo abbiamo visto emozionarsi e gioire con il suo amico e collega, nonché C.T. della Nazionale Roberto Mancini, con il quale ha giocato nella Sampdoria, a metà degli anni 80.
Dal 2017, Vialli lotta contro un male insidioso, un tumore al pancreas. Nello show Netflix di Alessandro Cattelan “Una semplice domanda”, l’ex campione si apre parlando della lotta contro la malattia che gli è stata diagnosticata:
“Io ho paura di morire, eh. Non so quando si spegnerà la luce che cosa ci sarà dall’altra parte. Però mi rendo anche conto che il concetto della morte serve per capire e apprezzare la vita. L’ansia di non poter portare a termine tutte le cose che voglio fare, il fatto di essere super eccitato da tutti i progetti che ho, è una cosa per cui mi sento molto fortunato. Cerco di non perdere tempo, di dire ai miei genitori che gli voglio bene. E mi sono reso conto che non vale più la pena di perdere tempo e fare delle stronzate. Fai le cose che ti piacciono e di cui sei appassionato, per il resto non c’è tempo“
e ha aggiunto:
“La malattia non è esclusivamente sofferenza: ci sono momenti bellissimi. La vita (e non l’ho detto io ma lo condivido in pieno) è fatta per il 20 per cento da quello che ti succede ma per l’80 per cento dal modo in cui tu reagisci a quello che accade. E la malattia ti può insegnare molto di come sei fatto, essere anche un’opportunità. Non dico al punto di essere grato nei confronti del cancro, eh… Spero di vivere il più a lungo possibile, però mi sento molto più fragile di prima”.
Noi di Anapaca siamo vicini a Gianluca Vialli e a tutti coloro che come lui giocano la partita più importante della vita!